Qualcuno, ai piani alti, fra un festeggiamento e l’altro, deve essersi fatto un’idea certa: “ora possiamo fare tutto ciò che vogliamo”. Questi due anni di pandemia hanno dimostrato che mescolando sapientemente qualche verità a bugie o mezze verità, riempiendo la testa di numeri (che sembrano dati di fatto, mentre sono la cosa più semplice da manipolare), condendo il tutto con una propaganda massiccia e dosi da cavallo di paura, alla gente fai credere e soprattutto fai fare ed accettare qualunque cosa.

Fra gli “in-vax-ati” e i “no-vax” c’è la massa enorme delle persone sempre più frastornate che non ne possono più e sono disposte ad accettare di tutto, basta che smettano di rompere le balle… Mai, come in questo periodo, siamo stati di fronte ad una cultura totalitaria, a livello globale: sono tutti pronti ad inginocchiarsi di fronte al nuovo Dio, lo Scienziato (uno qualunque), portatore del bene comune, della salvezza dell’Uomo e del Pianeta, quasi una entità astratta, sopra le parti, moralmente ineccepibile, anche se a busta paga di quelle multinazionali che hanno prodotto il disastro ambientale e sanitario con il quale dobbiamo fare i conti. In prima fila i partiti della sinistra, che potrebbero cambiare ancora una volta il proprio nome in PdS, Partito della Scienza, abbandonando una volta per tutte il proletariato, i lavoratori e la democrazia, passando dall’ideologia marxista a quella scientista e progressista. Se – diceva Marx nel 1843 – “la religione è l’oppio dei popoli”, oggi potremmo aggiungere che gran parte della scienza, finita in mano a gente senza scrupoli, sta diventando “l’eroina dei popoli”, che è ancora più drammatico.

Non tutta la scienza certo: ho tanto rispetto, stima e solidarietà, verso chi ancora riesce a fare ricerca libera, senza soggiacere ai ricatti dei finanziatori, verso chi ha saputo mantenersi umile e consapevole di fronte ad un mondo che la scienza è lontana dal padroneggiare e conoscere, ed usa il dubbio e la cautela come princìpi fondamentali del proprio lavoro.

Ma sta di fatto che qualcuno, ai piani alti, si è convito che è il momento buono per fare uscire dalla tomba il nucleare, dato ormai per morto e sepolto. E così fra i seggi della Comunità Europea si vedono aggirarsi zombi radioattivi che parlano prevalentemente francese, che vorrebbero riesumare questo folle sistema di produzione di energia, inserendolo fra le fonti energetiche pulite, chiedendo che venga finanziato, sottraendo fondi alla ricerca e produzione di fonti energetiche naturali. Tutto per il bene del clima e per il futuro dei nostri figli…

Che meraviglia! Mi sembra di aver gettato 40 anni della mia vita per trovarmi di nuovo a dover manifestare, a far catene umane, a raccogliere firme… Ma 40 anni fa la gente era in grado di mobilitarsi, la gran parte della sinistra era al nostro fianco, insieme abbiamo vinto un referendum… ma ora? Pochi si ricordano delle catastrofi di Chernobyl e di Fukushima, del “problemino” delle scorie radioattive, dell’impossibilità di gestire in totale sicurezza sia il funzionamento sia la dismissione delle centrali nucleari (anche se devo dire che sui rifiuti radioattivi la mafia e la camorra hanno fatto un “ottimo” lavoro…). Il nostro Paese, per conformazione e rischio terremoti, è totalmente inadatto ad ospitare centrali di questo tipo e per di più, a differenza di sole, acqua, vento, di cui siamo ricchi, per l’uranio saremmo ancora una volta totalmente dipendenti da Paesi terzi. Ma veramente dovrò riprendere dalla soffitta la bandiera con il Sole che Ride e la scritta “Nucleare? No grazie!?” Ma veramente ci lasceremo convincere che per salvare la Terra, per ridurre l’Emergenza Clima, ci dovremo ingoiare qualche bella centrale nucleare?

La realtà è che del clima e della Terra non importa un fico secco a nessuno. Non è sentito come un problema imminente. In questo momento è più che altro un’“occasione” sfruttata dall’industria “green” per vendere prodotti falsamente amici della Terra: ad esempio le auto elettriche che salvano il Pianeta (come ce la raccontano negli spot pubblicitari)… Ma per favore! Quanta energia serve per costruirle, per alimentarle, per smaltire le batterie al litio, ecc., ecc.; per salvare il mondo dobbiamo incentivare la bicicletta (a pedali) e le nostre belle gambe (ormai le usiamo solo in palestra…). Tutti dicono di voler ridurre l’emergenza climatica, ma poi si parla solo di crescita, di aumento dei consumi. Come facciamo a dare credito e a non ridere in faccia a chi continua a sostenere che “gli asini volano”!

Per salvare il Pianeta occorre ridurre il consumo di alimenti di origine animale, gli sprechi e in generale i consumi nei Paesi ricchi, per ridistribuirne una parte a favore dei Paesi poveri; utilizzare solo fonti energetiche pulite; frenare la crescita della popolazione mondiale, portando cultura e benessere nel terzo mondo, favorendo l’accoglienza e l’integrazione fra i popoli… Molto semplice, ma sicuramente impossibile, perché a prevalere non è il buonsenso, la fraternità, l’amore, il bene comune (con buona pace di Papa Francesco che predica nel deserto e non è ascoltato neppure dal suo tecnico audio), ma sempre e solo l’egoismo e l’avidità, che purtroppo è largamente diffusa in tutti gli strati sociali e nella politica.

Un mondo sostenibile, per molti, più che un sogno è un incubo, dove c’è più da perdere che da guadagnare… col cavolo!!

Il sogno di un mondo migliore, oggi, può solo essere un sogno virtuale, realizzato su Metaverso, dove la finzione della realtà sarà così “reale”, così bella e comoda, da farci mettere da parte la fatica di esistere nella realtà, giocando a far finta di vivere e di essere felici. Di ciò che accade fuori dalla finestra poco importa.

Nucleare? Boh!

Renzo Agostini