Se dovessi paragonare ad una stagione, la società in cui viviamo, direi sicuramente Inverno.

L’inverno che fa racchiudere la natura in se stessa, il gelo nelle relazioni, i colori grigi, l’idea della morte, i suoni affievoliti. La gente che dà il proprio voto a soggetti come Trump negli Stati Uniti, ma anche in giro per il Mondo e in Europa stanno raccogliendo consensi le politiche conservatrici. Le guerre e l’odio sono diffusi su tutto il pianeta, non c’è più un luogo sicuro. Anche la paura e l’incertezza fanno parte di questa stagione.

Ma dalla natura stessa ci viene un grande insegnamento: chi ama la natura non può essere pessimista, perchè dopo l’inverno arriva la primavera, con i colori, i suoni, la vita che si risveglia.

La natura ci dà un altro insegnamento. C’è una specie di concerto, con qualcuno che detta i tempi, avvia la rinascita. Ma chi realizza il concerto è il singolo seme, la singola gemma che trova dentro di sè la forza per mettere la capoccia fuori, per riempire i prati di verde e gli alberi di foglie e di fiori.

Questo è anche il messaggio che vuole portare questa rivista. I segnali che sta arrivando una nuova “primavera” nella società, ci sono tutti. Dobbiamo coglierli, abbandonare le paure, ritrovare la gioia di vivere anche quando per tanti versi, sembrerebbe così difficile: un piccolo semino ha il coraggio di germogliare anche fra il cemento e l’asfalto; dobbiamo avere questa forza, questa determinazione, perchè un nuovo rinascimento non ci sarà solo dopo che il male sarà sconfitto, ma prenderà forma e forza in quell’humus che è sopravvissuto sotto il ghiaccio e farà rinascere la vita sul pianeta.

Le politiche del welfare e dello stato assistenziale, hanno comprato le nostre vite. Ci hanno fatto credere che i diritti (i nostri, non quelli degli altri), siano quelli di avere qualcuno che faccia per noi. Le politiche assistenziali sono importantissime per portare solidarietà a chi ne ha bisogno, ma hanno finito per dare poco a tanti, e pochissimo a chi ne avrebbe veramente bisogno. Ma soprattutto sono servite a radicare nella grande maggioranza una mentalità per cui si può protestare per avere diritti, ma poche energie sono impiegate nel fare.

L’accessibilità ad un cibo biologico deve essere un diritto per tutti, in tutte le parti del mondo, ma poi, tenere alla propria alimentazione, informarsi, mangiare sano, è un dovere di tutti.

Tante semplici vite, di chi sceglie di che cibo nutrirsi, come mantenersi sano, di credere più alla natura che alla scienza (spesso vissuta come dogma, mentre non lo può essere, perchè la scienza è fallibile, è opera dell’uomo), di fare un lavoro rispettoso dell’ambiente, di amare gli altri esseri umani, di rispettare anche le idee diverse dalle nostre.

La primavera sta arrivando e non solo per una questione di calendario. E allora fuori la testa! Ricominciamo a coltivare con passione le nostre vite e tutti ne beneficeranno.